Categoria: Sutra

In sanscrito la parola “sutra” significa filo (per cucire) ed era in uso fin da prima dei tempi del Buddha, con il significato di “discorso”, “insegnamento”. I discorsi del Buddha sono stati recitati e tramandati oralmente, nei primi tempi – la struttura ripetitiva di molti di loro mira proprio a rendere più facile impararli e recitarli a memoria – e in seguito sono stati messi per iscritto, a partire dal 1° secolo a.C. circa, almeno un paio di secoli dopo la morte del Buddha. Le raccolte più antiche sono quelle del canone pali, al quale, attraverso versioni o stesure successive in sanscrito, sono seguite le raccolte del canone cinese e di quello tibetano. Questi ultimi due canoni contengono non solo traduzioni ma anche integrazioni con insegnamenti successivi, che non si possono attribuire direttamente al Buddha storico ma sono frutto del fisiologico sviluppo di una tradizione viva nel tempo.
Che posizione ha preso la Scuola di Plum Village nei loro confronti?

La chiarisce il punto 2 dello Statuto dell’Ordine dell’Interessere, intitolato “Le scritture fondamentali, gli insegnamenti, i metodi”:

– L’Ordine dell’Interessere non considera nessun sutra o gruppo di sutra come proprie scritture fondamentali ma trae ispirazione dall’essenza del Buddhadharma di tutti i sutra.(…)
L’Ordine dell’Interessere considera tutti i sutra, sia quelli pronunciati dal Buddha che quelli compilati da generazioni buddhiste successive, come sutra buddhisti. (…) Considera una necessità lo sviluppo del Buddhismo originario in nuove scuole, per mantenere vivo lo spirito del Buddhadharma(…) e cerca di realizzare sia lo spirito del Dharma che è proprio del Buddhismo originario, sia lo sviluppo che quello spirito ha avuto attraverso la storia e la vita del Sangha e gli insegnamenti di tutte le tradizioni buddhiste.