Consapevolezza, o presenza mentale, significa essere vigili e in contatto con ciò che c’è nel momento presente: è la pratica continuativa di entrare in contatto profondo con la vita, in ogni istante. Per praticare la presenza mentale non occorre andare in un luogo apposito, la possiamo praticare in camera nostra o lungo il percorso che facciamo per spostarci da un posto all’altro; in sostanza, continuiamo a fare le cose che facciamo sempre – camminare, sedere, lavorare, mangiare, parlare – ma le facciamo in piena consapevolezza.
Il seme della consapevolezza si trova in ognuno di noi, ma di solito ci dimentichiamo di innaffiarlo. Possiamo praticare la consapevolezza aiutandoci con cose semplici, come un fiore: quando tengo in mano un fiore ne sono consapevole, l’inspirazione e l’espirazione che compio mi aiutano a mantenermi consapevole. Invece di lasciarmi distrarre da altri pensieri, continuo con costanza a godere della bellezza del fiore. La concentrazione stessa, allora, diventa una fonte di gioia.
Se desideriamo godere fino in fondo i doni della vita, ci basta praticare la presenza mentale in ogni occasione: lavandoci i denti, preparando la colazione, andando al lavoro in auto. Ogni passo e ogni respiro possono essere un’occasione di gioia e felicità. Godiamoci la pratica con un atteggiamento gentile e rilassato, con mente aperta e cuore ricettivo. Con la presenza mentale possiamo conservare in noi stessi un livello di gioia che ci permette di gestire meglio le sfide che la vita ci presenta; possiamo generare in noi stessi una base solida di libertà, pace e amore.